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Un romanzo di formazione dove i tormenti e le estasi dell’adolescenza
si confrontano con la necessità di trovare il proprio posto nel caos del mondo.
Clamor è lo stesso Ernst Jünger alle soglie della pubertà;
il passaggio all’età virile è rappresentato nella figura di Teo.
Heimo Schwilk
No, Ernst Jünger non ha mai abbandonato la sua postazione:
la residenza costruita in modo altero, dalla quale ha catturato
così tante lucide intuizioni in un mondo tormentato.
Dove un tempo il «Capitano» aveva preso posto,
là è rimasto fino a oggi.
Der Spiegel
Clamor Ebling, tredicenne della Bassa Sassonia, lascia l’universo pacifico e sognante della sua campagna per entrare come interno in un liceo cittadino dove lo attende il duro apprendistato che lo porterà alle soglie della vita adulta. La scuola, il pensionato, la stessa città, con i suoi vicoli e i segreti dei suoi giardini, diverranno per lui, ragazzino malinconico e inquieto, il luogo di eterni combattimenti contro la brutalità e l’assurdità di un universo di cui non riesce a cogliere il senso. Con La fionda, Jünger ci mostra il lato nascosto del suo immenso talento. Il simbolismo delle Scogliere di marmo, di Heliopolis, di Api di vetro, cede qui il passo a un racconto intriso di nostalgia, nello scenario di una Germania prima della Grande guerra dove il XIX secolo si ostina a sopravvivere. In questo mondo che è alla vigilia del suo crollo, un ragazzo cerca il volto del sé stesso che sarà domani. Per parlarci di lui, la voce di Jünger si abbassa sino al mormorio della confidenza.
Collana: Il battello ebbro
Prima edizione italiana
Traduzione: Alessandra Iadicicco
Formato: cm 14×20
Pagine: 367
Rilegatura: Brossura cucita Filo refe con bandelle
Data uscita: Dicembre 2021
ISBN: 978-88-96986-39-4
Esaurito
Autore

Eroe guerriero e contemplatore solitario, sismografo dell’epoca, ricognitore del muro del tempo e collezionista di clessidre, pensatore lucido e maestro di stile, viaggiatore, avventuriero, cacciatore di coleotteri… Le diverse sfaccettature dell’opera di Ernst Jünger (1895-1998), che comprende scritti saggistici, narrativi, memorialistici, mettono in luce in prospettive sempre diverse l’unicità della sua figura. Il lettore di Jünger, chi sa amarlo e decifrare la misteriosa trasparenza della sua prosa, riconosce nella sua vastissima produzione letteraria – per citare solo i titoli più noti tra gli ottanta volumi della sua Opera Completa, Nelle tempeste d’acciaio (1920), L’operaio (1932), Sulle scogliere di marmo (1939), Il trattato del ribelle (1951), Al muro del tempo (1959), Due volte la cometa (1987), La forbice (1990) – una profonda coerenza e fedeltà a sé stesso. E ritroverà con rinnovata sorpresa nel giovane eroe autobiografico de La fionda i tratti inconfondibili dell’eremita di Wilflingen.