MASSIMO NOVELLI – IL FATTO QUOTIDIANO – 31 LUGLIO 2023.
Nel panorama editoriale italiano ha una particolare distinzione, per raffinatezza e qualità delle scelte, la 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨𝐫𝐢 Edizioni. Il merito va anche e soprattutto alla direzione dello scrittore e giornalista 𝐒𝐭𝐞𝐧𝐢𝐨 𝐒𝐨𝐥𝐢𝐧𝐚𝐬, che, illustrando l’attività della casa editrice, afferma che “è sempre e solo il suo marchio identitario a tracciare la rotta da seguire: l’amore per i libri, la fedeltà alle amicizie e alla parola data, la passione per i grandi temi e i grandi ideali, il gusto per un‘ altrove ampiamente inteso, il rifiuto del luogo comune, della letteratura banale, delle scorciatoie del successo facile e, come tale, inutile. Un editore è il suo catalogo”.
Nata alla fine degli anni Settanta per l’impegno di 𝐏𝐢𝐧𝐨 𝐆𝐫𝐢𝐥𝐥𝐨, Settecolori ha cominciato diffondendo soprattutto romanzi e saggi di autori decisamente di destra, da Robert Brasillach a Pierre Drieu La Rochelle, a Lucien Rebatet. In seguito si è dedicata con intelligenza e coraggio alla riproposizione di scrittori dimenticati, spesso di sinistra, e di libri poco noti o mai tradotti…
Una delle riscoperte recenti riguarda un libro poco conosciuto in Italia di Jean Giono (1895-1970), il grande narratore francese, dalle origini piemontesi (gli antenati erano della Valchiusella), che ha fatto della “passione” stendhaliana il cuore e l’anima dei suoi romanzi risorgimentali: da L’ussaro sul tetto a Una pazza felicità e ad Angelo. Di questi giorni è dunque la ristampa di Il disastro di Pavia. 1525: la sconfitta di Francesco I in Italia, con testi di Giuseppe Scaraffia e Franco Cardini, che Giono scrisse su richiesta di Gallimard nei primi anni Sessanta.
Ma naturalmente ciò che doveva essere in teoria uno scritto su commissione sulla vittoria dell’imperatore Carlo V e la sconfitta e la prigionia del re di Francia Francesco I, divenne invece per il romanziere di Manosque una nuova memorabile indagine sulla “passione”. Un’avventura, insomma, esattamente nel solco tracciato magistralmente da Stendhal con Il Rosso e il Nero e La Certosa di Parma. “L’Italia era coraggiosa”, scrive Jean Giono nel libro, “romanzesca, spirituale, generosa. Inoltre, si poteva trovare in essa tutte le bizzarrie di cui i sensi imperiosi e indigenti hanno bisogno per essere appagati o eccitati. Tutta la giovinezza dell’Italia si svolge senza piani, senza progetti, senza seguito, senza alcun controllo. Tutte le sue azioni avevano un carattere di frivolezza, mancanza di riflessione, corruzione, astuzia. L’Italia! Vorrei fare in questo libro il ritratto di una passione. Passione politica, certo, ma prima di tutto passione”.
Osserva Giuseppe Scaraffia nell’introduzione che a Giono “interessava davvero solo quella che gli storici accademici chiamavano sprezzantemente la petite histoire. Quella, e soltanto quella, era la storia e le note della descrizione dell’indescrivibile battaglia di Waterloo di Stendhal echeggiano in tutto il libro”.

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Settecolori – Il fatto Quotidiano 31 Luglio 2023